lunedì, febbraio 27, 2006

non tutti nella capitale nascono i fiori del male


















dopo una lunga pausa
questo fine settimana ho ricominciato a tuffarmi nelle notti
dell'etica del bar
o meglio, di quello che sarà
les nuits ivres

continuo a sorprendermi nelle notti di provincia
orgasmatiche, un po' retrò ma dinamiche e tese
quasi sensuali e ingenue
o barbariche
qualcuno potrebbe definirle ciclochimiche

girare fino alle 4 del mattino in una piccola città
riserva sorprese e immagini intriganti
perchè poi in fondo la fonte energetica è la stessa
illumina le notti di metropoli e villaggi

è l'energia delle attrazioni
della sensualità e delle pulsioni istintive
l'eterna battaglia del sesso
gioco di forze e di equlibri instabili
dinamica del piacere della / condanna alla
socialità

venerdì, febbraio 24, 2006

a ognuno il suo lavoro. o no?

in qualsiasi campo dell'attività umana dell'emisfero settentrionale,
meglio conosciuto come mondo occidentale, o primo mondo,
le cui regole si basano sul mercato, ossia domanda-offerta,
da una parte si trova il produttore che investe e realizza il suo prodotto
in mezzo si trovano uno o più mediatori,
che si occupano, appunto, di mediare tra produttore e mercato
infine c'è il mercato dei compratori.
nell'arte no.

chi si occupa d'arte investe come chiunque altro per realizzare il suo prodotto
investe per mostrarlo pagando i mediatori, in genere gallerie e crtici,
infine paga un'ulteriore ticket alla vendita del proprio lavoro.
in altre parole l'artista in genere, fino al successo o alla notorietà,
viene saccagnato ad ogni livello di rapporto commerciale.

ora dico
va bene che io decida di farmi i miei quadri
usando tutte le possibilità economiche a mia disposizione
va bene che sia io a pagarmi la ricerca, i materiali, gli spostamenti
e le spedizioni,
ma se devo pagare anche il gallerista che mi "invita" ad esporre
mi sembra un po' troppo!
mi si obietta "ma noi investiamo" che cosa i miei soldi?
se investi valuti un lavoro capisci se è interessante per i tuoi collezionisti
e infine ti prendi il rischio di fare una mostra
io ho già preso tutti gli altri rischi,
compreso quello di fare da bersaglio per pomodori e lattughe
pertanto se tu decidi di fare il gallerista
su, fallo uno sforzo, corri qualche piccolo rischio, lavora.

...

è solo un modo per informare chiunque mi manda mail di invito
a mostre, eventi e altre menate che non c'è trippa pe' gatti!
non sono disposto a lavorare con gallerie che vogliono essere pagate per fare
il loro lavoro.

visto che il mercato c'è e spesso rompe anche i coglioni
mi sembrava necessario un piccolo chiarimento.
cordialmente.

lunedì, febbraio 06, 2006

fobie d'archivio

mettere il naso, le mani o il mouse
in un archivio mi crea sempre ansie da polvere
soprassalti da dimenticanza
panico da oblio.

daltronde che altro sarebbe un archivio
se non un posto dove ficcare
tutto quello che ti trovi tra i piedi, o per le mani,
a futura memoria.

un archivio è una sorta di "mise en abyme"
cioè immagine speculare ma dispersa
del proprio operare
una traccia offondata e specchio del visibile e conscio,
ma sto divagando...

poi se si aggiunge all'ansia d'archivio su citata
il trasferimento on line
il panico diventa terrore
caricare e scaricare cartelle da 400mega
è un'impresa ardua a qualsiasi connessione
e tutto questo aspettare per poi dover sur-fare
tra le proprie cagate in oblio
- come fare le pulizie di primavera -
poi didascalie, riordinare le serie in nuove cartelle
provviste di senso! e infine ricaricare tutto on line

ma bisogna pur mettere ordine
e a volte, ahimé, lavorare

per la serie a fare foto non ci vuole un ...clic!

mercoledì, febbraio 01, 2006

fenomenologia di un tango

l'equinozio è già passto
e le avanguardie della primavera
già impazzano per strade e porti
le notti si accorciano
rubando tempo agli amanti
e ai ladri, sudditi d'ombre
ancora un tango
ancora un giro di danza
in attesa dell'alba
e già l'oriente arrossa
ma non è ancora il momento di separarsi
ancora un tango
passione ed ebrezza
sensualità di gesti e silenzi di parola
the sound that makes the world go around
ancora. un ultimo tango