giovedì, giugno 23, 2016

Christo, the floating piers e la critica



The Floating Piers - Iseo lake - Italy - Sketch



L'opera di Christo sul lago d'Iseo spinge ad una serie di riflessioni, niente affatto negative, se guardate dalla giusta angolazione.


È indubbio che l'arte in tutte le sue connotazioni sia diventata un bene di consumo, soggetta a logiche di marketing, ma questo non da ora.

È altrettanto evidente, nel caso di Iseo, come in altri momenti è stato per il Guggheneim di Bilbao ad esempio, che tali fenomeni tendono a diventare di massa.

Ora per i puristi snob dell'arte e della cultura, tutto ciò tende al raccapricciante, al degrado di forme sublimi ed alla loro trasformazione in fenomeni di massa, stile fiera della casa.

Ma guardando con attenzione, senza preconcetti, il fenomeno in sé, non posso fare a meno di prendere atto di quanta fame di bellezza, arte, cultura, resti vivissima e trasversale nella società. 



Anche in questi anni decadenti, di crisi cicliche, non solo economiche ma morali ed etiche, oltre che estetiche.


Vedere masse da stadio mettersi in fila per ore a mostre ed eventi culturali mi spinge a pensare che gli spazi per una più continua offerta, una maggiore produzione ed una più variegata proposta sono più che mai una necessità non rinviabile.

Gli aspetti economici connessi agli eventi culturali e artistici dovrebbero essere un ulteriore stimolo anche per i proprietari ed accumulatori di ricchezze per assumere un ruolo più aperto e propositivo verso ogni iniziativa di questo genere.

Ben venga la massa. Non vedo niente di meglio di masse a perdita d'occhio affamate di emozioni che solo l'arte e la cultura possono soddisfare.

Cos'altro era l'arte del rinascimento se non un fenomeno di indottrinamento di massa.

Eppure quella spregiudicata operazione di comunicazione mediatica ci ha lasciato uno dei più grandi patrimoni per l'umanità.